Ciraulo: “Mesoterapia, ottima strategia per il fisiatra”
È una tecnica non recentissima, ma ormai consolidata e con ottimi risultati nel trattamento del dolore causato da varie patologie. È la mesoterapia. Vediamo quali sono i migliori campi di applicazione, come si esegue, tutti i benefici e gli altri dettagli insieme al dottore Rosario Ciraulo, medico fisiatra e mesoterapeuta.
Dottore Ciraulo, cosa si intende per mesoterapia?
“La mesoterapia o intradermoterapia distrettuale è una pratica medica che consiste nell’inoculazione intradermica distrettuale e/o loco regionale di piccole quantità di sostanze, siano esse farmaci classici oppure prodotti fitoterapici od omeopatici. La mesoterapia è una tecnica ideata nella seconda metà del XX secolo da un medico francese, Michel Pistor, il quale pensò di utilizzare determinati farmaci tramite iniezioni intradermiche sia per limitarne gli effetti collaterali, sia per incrementarne la distribuzione diretta nella zona in cui è presente il processo patologico. La nascita ufficiale della mesoterapia viene datata 1958. Secondo il suo ideatore i capisaldi della tecnica mesoterapica sono tre: poco, raramente e nel punto giusto. Il termine mesoterapia trae origine dal fatto che l’iniezione dei principi curativi viene effettuata nel mesoderma, la lamina cellulare, posta fra ectoderma ed endoderma, dalla quale risultano derivate, in condizioni di sviluppo definitive, numerose strutture del corpo umano fra le quali ricordiamo, a mo’ di esempio, i tessuti osseo, cartilagineo e connettivo”.
In base alla sua esperienza clinica, quali sono i campi di applicazione nei quali questa tecnica è più efficace?
“La mesoterapia rappresenta una importantissima ‘freccia nella faretra’ del fisiatra che, in qualità di figura professionale preposta alla cura della disabilità acuta e cronica del paziente, trova in essa una efficace scelta terapeutica soprattutto per il trattamento del dolore nelle riacutizzazioni artritiche/artrosiche polidistrettuali, alle piccole articolazioni di mani e piedi, nelle cervicalgie, nelle lombalgie, nelle spalle e ginocchia artrosiche ad incidenza funzionale; nelle tendinopatie infiammatorie come la zampa d’oca nel ginocchio, patologie della cuffia dei rotatori e borsiti della spalla, epicondiliti, malattia di De Quervain, malattia di Dupuytren, in traumatologia e medicina sportiva nelle lesioni muscolari contusive, distrattive o da sforzo (stiramenti e strappi) o nelle pubalgie. In medicina estetica e flebologia è indicata per il trattamento della cellulite prevalente agli arti inferiori e nella regione pelvi trocanterica”.
Quali tipi di sostanze vengono iniettate?
“I farmaci utilizzati vengono generalmente associati tra loro in piccole dosi nella stessa siringa a formare i cosiddetti ‘cocktails’ o ‘melanges’ che, in relazione allo scopo della mesoterapia, si compongono di farmaci ad azione primaria come FANS, cortisonici, miorilassanti, vasodilatatori e vasocostrittori; si utilizzano poi gli anestetici locali, detti anche ‘vettore del farmaco’ che permettono la penetrazione e la diffusione negli strati più profondi dei farmaci ad azione primaria. Infine, si utilizza la soluzione fisiologica come ‘diluente’ del cocktail mesoterapico”.
Come viene eseguita? È dolorosa per il paziente?
“La procedura prevede l’esecuzione di un numero variabile da 1 a 50-60 micro-infiltrazioni nella regione cutanea superficiale da trattare. La micro-infiltrazione corrisponde alla formazione di un pomfo intradermico (non sottocutaneo), con quantità variabile di soluzione da 0,1 a 1 cc. Le tecniche più utilizzate sono la monopuntura (viene eseguita con ago singolo, su superfici limitate, arrotondate, con scarso spessore dermico e sottocutaneo) o la multipuntura. Questa viene eseguita con piastre lineari, circolari o quadrate, su zone estese e lineari. Si utilizzano aghi per mesoterapia molto sottili, profondi circa 4-6 mm e con calibro di 27G o 30G in relazione alla tipologia di cute da trattare. Occorre eseguire un numero variabile di sedute che oscillano tra un minimo di tre fino a un massimo di otto con frequenza settimanale o bisettimanale in relazione alla patologia da trattare. La procedura è caratterizzata da un dolore sopportabile causato dalla piccola microiniezione cutanea dell’ago. Assolutamente indolore è invece la diffusione del farmaco anche perché all’interno del cocktail è presente l’anestetico”.
Esistono delle controindicazioni?
“Innanzitutto occorre accertarsi di eventuali allergie ai farmaci utilizzati. Al paziente vengono poste delle domande specifiche presenti negli appositi questionari informativi e di consenso al trattamento e dei dati personali sensibili. Esistono delle controindicazioni assolute al trattamento mesoterapico come ad esempio nei pazienti affetti da febbre, connettiviti o altre patologie reumatiche in fase acuta, diabete scompensato, neuropatie periferiche e soprattutto nelle diagnosi cosiddette ‘incerte’; le controindicazioni relative riguardano invece i pazienti scoagulati (in tp con anticoagulanti di vecchia o nuova generazione) o piastrinopenici – depressi del sistema immunitario – o con aree affette da malattie cutanee”.
Quando la mesoterapia può essere utile a fare diagnosi, più che a curare un disturbo?
“Questa tecnica può indurre il medico esperto in mesoterapia ad eseguire una rivalutazione del caso clinico e a prendere in considerazione patologie cosiddette ‘nascoste’ se dopo una o due sedute non si ottiene l’efficacia terapeutica attesa”.
Che tipo di formazione deve avere il fisiatra che vuole praticare la mesoterapia?
“Il medico esperto in mesoterapia deve aver conseguito un diploma rilasciato da corsi di formazione presso atenei universitari o da associazioni scientifiche riconosciute dal ministero della Salute. Questi corsi, rivolti a soli medici, prevedono lo svolgimento di lezioni teoriche e prove pratiche con valutazioni in itinere ed esame finale con successivo obbligo di frequentazione presso gli ambulatori dei medici tutor dei corsi di formazione. Ogni anno, noi medici mesoterapeuti, effettuiamo dei corsi di perfezionamento delle tecniche infiltrative manuali e per introdurre le novità scientifiche farmacologiche e dei materiali utilizzati”.