Una disciplina di confine tra la Riabilitazione e la Chirurgia.

Dall’esordio allo sviluppo in Italia

La fisiatria interventistica è una branca relativamente nuova della medicina fisica e riabilitativa che da alcuni anni anche in Italia, dopo il mondo statunitense, sta ottenendo maggiore diffusione. Rappresenta una disciplina di confine tra la riabilitazione e la chirurgia. Con il termine “Interventional Physiatry” (o “Spine Interventional Physiatry”) ci si riferisce, in senso stretto, al fisiatra esperto nel trattare il dolore della colonna vertebrale e le radicolopatie. “Essa utilizza procedure quali blocchi nervosi, infiltrazioni intrarticolari, infiltrazioni epidurali, anuloplastica elettrotermica intradiscale, infiltrazioni dell’articolazione sacro-iliaca, ablazione nervosa, discografia lombare e blocchi simpatici” (Falco FJE, Narrow CM, Carbon JR, Martinez G, Frey MR. Fisiatria Invasiva. Secrets in Medicina Fisica e Riabilitazione. Cuzzolin Editore, 2005, 595-615).

In Italia, alcune di queste tecniche (cui se ne associano altre, come l’ossigeno ozonoterapia, l’agopuntura, la mesoterapia, la proloterapia) sono spesso gestite dagli specialisti della terapia del dolore (per lo più anestesisti), ma da alcuni anni anche i fisiatri mostrano interesse diretto nell’utilizzo di tali tecniche terapeutiche.

Secondo l’American Academy of Physical Medicine and Rehabilitation, il fisiatra deve acquisire (tramite tirocini o corsi avanzati) la capacità di eseguire procedure diagnostiche e terapeutiche quali l’elettromiografia e l’elettroneurografia, le infiltrazioni delle articolazioni periferiche, dei tessuti molli e dei trigger point, il trattamento della spasticità oltre che del dolore non-chirurgico della colonna e conseguente a radicolopatie.

Lo sviluppo di “nuove competenze” per il fisiatra

Le discipline mediche seguono un percorso costante di cambiamenti dati dall’evolversi della Scienza. Nascono, quindi, “nuove competenze” che arricchiscono il bagaglio culturale degli specialisti. Tuttavia, mentre in altre specialità, quali la radiologia e l’anestesiologia, si è assistito a un perfezionarsi in ambito “interventistico” (si pensi ai settori vascolare od oncologico) con la nascita e lo sviluppo di tecniche “mininvasive”, più lenta è la medicina fisica e riabilitativa.

Solo da alcuni anni e in poche nazioni si è diffusa la fisiatra interventistica e l’Italia ancora tarda a recuperare il distacco da Paesi (quali gli Stati Uniti o la più vicina Spagna) in cui la diffusione delle tecniche interventistiche per mano fisiatrica è decisamente maggiore.

La fisiatria interventistica

Fisiatria interventistica non è solo, però, un elenco di tecniche terapeutiche. Il fisiatra è, prevalentemente, il medico specialista che si occupa di “riabilitare”. La riabilitazione è un’ampia disciplina che accomuna diverse figure professionali che collaborano, in équipe più o meno numerose, al fine di ottenere il recupero, anatomico e funzionale, del paziente in cura.

Pertanto, la fisiatria interventistica rappresenta un approccio “riabilitativo” che possa prevedere, in alcune fasi del percorso terapeutico, l’utilizzo delle procedure terapeutiche al fine di ottenere una migliore e più rapida restitutio dalla patologia.