Terapia Manuale
Cenni storici
Nell’antichità le prime tracce di terapia manuale per le patologie rachidee si trovano nella medicina cinese (Manuale del Kong–Fu 2.000 a. C.), in Egitto (1.500 a. C.) e poi in Ippocrate e Galeno. Tissot, allievo di J.J. Rousseau, nel 1781 pubblica il libro “Ginnastica medica e chirurgica” ove riprende le manovre di Ippocrate. Il vero iniziatore e copostipite della moderna terapia manipolativa è però un medico di Kirksville (USA), A.T. Still (1830-1917) che inventa e sperimenta un gran numero di tecniche manipolative della colonna vertebrale per la cura di diversi stati dolorosi patologici e fonda una dottrina alla quale dà il nome di osteopatia. L’osteopatia arriva in Europa attorno agli anni ’20 per opera di Lavezzari in Francia e J. B. Mennel in Inghilterra. Ai lavori del professor Robert Maigne (1960) si può far risalire il momento di passaggio della medicina manuale dall’empirismo alla scienza grazie anche a numerosi studi che egli stesso, in prima persona, effettuò su cadaveri. Maigne ha alcuni meriti fondamentali: messa a punto di una semeiotica vertebrale chiara e ripetibile per tutti, basata sulla ricerca del dolore (e non su quella di una ipotetica posizione di una vertebra, mai dimostrata); ricerca con un metodo semplice ed efficace dei fenomeni metamerici di dolore riferito di origine vertebrale; descrizione delle manovre manipolative non in ordine alla supposta lesione che dovrebbero correggere, ma su base cinesiologica obbiettiva; descrizione di numerosi quadri nosologici nuovi e di nuove interpretazioni patogenetiche in tema di dolore vertebrale; rigorosa osservazione clinica; ricerca anatomo-patologica; ricerca bibliografica ampia, per documentare i fenomeni osservati. Inoltre, Maigne inizia a Parigi il primo insegnamento universitario statale della medicina manuale con regolare diploma a seguito di esami, insegnamento che si diffonde in numerose università, 13 attualmente in tutta la Francia. Maigne ritiene che alla base di molta patologia vertebrale vi sia un “disturbo intervertebrale minore” (D.I.M.), cioè una disfunzione dolorosa, benigna, di natura meccanica e riflessa, generalmente reversibile, del segmento mobile vertebrale, cioè dell’articolazione tra due vertebre, che comprende disco, articolazioni interapofisarie, e tutti gli altri elementi legamentosi, muscolari e nervosi.
Descrizione della Tecnica
La manipolazione è una mobilizzazione passiva forzata che tende a portare gli elementi di un’articolazione o di un insieme di articolazioni al di là del loro gioco abituale, fino al limite del loro gioco anatomico possibile. Consiste dunque per la colonna vertebrale, quando il suo stato lo permette e lo richiede, nell’eseguire dei movimenti di rotazione, di lateroflessione, di flessione o di estensione, isolati o combinati, a livello del segmento vertebrale scelto (Maigne). La manipolazione è quindi un gesto medico terapeutico, una manovra ortopedica precisa. Deve essere quindi eseguita molto precisamente ed in maniera dosata. La manipolazione del segmento vertebrale contribuisce ad avere vari effetti positivi tra cui sicuramente una liberazione di endorfine (sostanze chimiche con elevato potere antinfiammatorio ed antidolorifico) e il rilassamento della muscolatura intervertebrale che produrrà un benessere delle strutture nervose e radicolari ad essa associate. La manipolazione è un atto esclusivo del medico che deve essere sempre preceduto da una diagnosi. Può essere preceduta da mobilizzazioni progressive e da trattamento dei tessuti molli. La manipolazione dev’essere precisa, dolce, non traumatica ed eseguita nella direzione opposta al dolore. Dopo un trattamento di tre sedute manipolative, ognuna a distanza di una settimana, si riesce ad avere la guarigione dalla sintomatologia dolorosa (a volte anche prima delle canoniche 3 sedute).
Indicazioni
Sono diversi i sintomi e le sindromi dolorose che possono riconoscere una causa rachidea minore e che quindi possono essere trattate con una manipolazione: – Cefalea di origine cervicale. – Vertigini di origine cervicale. – Acufeni di origine cervicale. – Cervicobrachialgie. – Cervicalgie. – Torcicollo. – Alcuni dolori del gomito e del polso. – Brachialgie. – Dorsalgie. – Dorsalgia interscapolare di origine cervicale. – Sindrome della cerniera dorso lombare. – Cruralgie. – Lombosciatalgia. – Coccigodinie.
Controindicazioni
– Fratture in essere o non del tutto consolidate. – Spondilolistesi. – Spondilolisi. – Spondilodiscite. – Inversioni di curva rachidea. – Grave osteoporosi. – Canale vertebrale stretto sintomatico (acquisito o congenito). – Siringomielia. – Insufficienza vertebro-basilare. – Radicolalgie con paresi. – Ernie discali voluminose ed espulse. – Gravi stati nevrotici e depressivi.
Considerazioni del medico
Per il trattamento di questi disturbi, come di quelli della colonna vertebrale in generale, attenzione a rivolgersi a figure non mediche. È decisamente auspicabile che la manipolazione vertebrale venga eseguita da un MEDICO e deve essere preceduta dalla formulazione di una diagnosi (atto esclusivo del medico) e dopo aver valutato, anche tramite la visione di radiografie, i rischi inerenti il trattamento manipolativo stesso, che se eseguito in condizioni di pericolo può essere responsabile di insorgenza di problematiche fortemente invalidanti.
Riferimenti
www.sofmmoo.org società francese di medicina manuale ortopedica