Meralgia parestetica: come riconoscerla e trattarla
La meralgia parestetica è una sindrome da intrappolamento del nervo femoro-cutaneo laterale (NFCL) che può verificarsi a livello del legamento inguinale, a livello della sua emersione dal muscolo psoas o nel passaggio sotto o attraverso la fascia lata, ed è responsabile di svariati sintomi sensitivi in corrispondenza della regione antero-laterale della coscia.
Il NFCL è un nervo esclusivamente sensitivo che emerge dalle radici spinali L2-L3 e decorre in obliquo verso il basso oltrepassando il muscolo ileopsoas e passando sotto il legamento inguinale a 0.3-6.5 cm medialmente dalla spina iliaca antero-superiore; rimanendo al di sotto della fascia, prosegue inferiormente per poi diventare superficiale e biforcarsi qualche centimetro più in basso (5-10 cm), al disopra del muscolo sartorio: il ramo anteriore va ad innervare la cute della regione antero-laterale della coscia sino al ginocchio, mentre il ramo posteriore innerva la cute dal grande trocantere sino a metà coscia.
Epidemiologia
La meralgia parestetica ha un’incidenza di circa 4,3 casi ogni 10.000 persone, e colpisce prevalentemente individui di sesso maschile e di mezza età (il 68%) in maniera unilaterale nel 78% dei casi. In letteratura è inoltre descritta una forma familiare.
La sindrome da intrappolamento è solitamente idiopatica, ma si può verificare in seguito a:
- un trauma o ad “overuse”;
- neuropatia (ad es. diabete, AIDS);
- la variabilità anatomica, presente in più del 60% dei casi, ne aumentano il rischio in seguito ad interventi chirurgici (erniorrafia laparoscopica, chirurgia vertebrale lombare, artroprotesi d’anca);
- compressione da cause esterne (da cintura o abbigliamento troppo stretto);
- compressioni all’interno della pelvi (obesità, gravidanza, neoplasia pelvica e/o retroperitoneale, ascite);
- stretching del nervo conseguente ad un prolungata iperestensione del tronco o dell’arto inferiore;
- eterometria degli arti inferiori.
Manifestazioni cliniche e diagnosi differenziali
Il sintomi più diffusi sono rappresentati da parestesia, intorpidimento, sensazione di bruciore, disestesia e dolore nel lato esterno della coscia. Possono intensificarsi col cammino o mantenendo la posizione in piedi a lungo, mentre in genere si risolvono con la perdita di peso, rafforzando la muscolatura addominale o eliminando la causa responsabile della compressione.
La diagnosi differenziale va fatta con le compressioni radicolari, l’appendicite, i tumori del midollo spinale, i tumori del colon, le borsiti o entesopatie del medio gluteo.
Diagnosi di Meralgia Parestetica
La diagnosi di meralgia parestetica si basa prevalentemente sull’anamnesi (i sintomi si aggravano nell’alzarsi dalla posizione seduta, nello stare in piedi a lungo o nell’estensione passiva dell’anca) e sulla clinica riferita dal paziente, cui spesso vengono associati l’esame elettromiografico e, grazie ai suoi vantaggi in termini di praticità e basso costo, la valutazione ecografica. Questa ultima metodica, infatti, oltre ad evidenziare l’eventuale imbibizione edematosa ipoecogena del NFCL, fornisce un’immediata guida interventistica sia per il blocco anestetico diagnostico che per la terapia infiltrativa del nervo.
Trattamento
Il primo intervento terapeutico è di tipo conservativo e comprende l’eliminazione della causa di compressione (ad es. perdita di peso, evitare compressioni sulla SIAS), la fisioterapia e la terapia farmacologica con FANS, antidepressivi triciclici e anticonvulsivanti. Tuttavia, soprattutto nei casi scarsamente responsivi, è spesso utile e necessaria l’infiltrazione eco-guidata di anestetico locale e corticosteroide. Il supporto ecografico è importante sia per l’individuazione del nervo, vista anche la grande variabilità anatomica, sia per essere certi della posizione dell’ago durante la procedura. La sonda viene collocata medialmente rispetto alla SIAS, in modo da poter individuare il NFCL mentre decorre al disotto del legamento inguinale, quindi, scegliendo un approccio che può essere in- od out of plane, si procede con l’infiltrazione di circa 5-8 ml di anestetico locale al 2% e 1 ml di corticosteroide, lungo il decorso del nervo.
Da quei pochi studi presenti in letteratura, infatti, emerge che i migliori outcomes in termini di risoluzione dei sintomi e di numero di infiltrazioni, si ottengono con l’infiltrazione del nervo a più livelli lungo il suo decorso e non con la singola infiltrazione in corrispondenza del legamento inguinale.
Vengono segnalati, inoltre, risultati incoraggianti riguardo l’efficacia della stimolazione pulsata con radiofrequenze, anche se con gradi di evidenza piuttosto scarsi e poco soddisfacenti.
Solo in caso di fallimento delle terapie sopracitate si ricorre, abbastanza raramente, all’intervento chirurgico di decompressione.
Riferimenti
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