Neurolisi con radiofrequenza raffreddata dei nervi genicolati

  1. Cenni storici
  2. Descrizione della procedura
  3. Indicazioni
  4. Controindicazioni
  5. Considerazioni del medico

La gonartrosi è una patologia cronico-degenerativa che coinvolge tutte le componenti articolari. Il dolore e la limitazione funzionale conseguenti a gonartrosi determinano una significativa disabilità, una riduzione della qualità di vita e un aumento del rischio di comorbilità in circa il 10% della popolazione di età superiore ai 55 anni. Il gold standard terapeutico nella gonartrosi grave è l’intervento chirurgico di sostituzione protesica, talvolta controindicato a causa della complessa comorbilità, dell’età avanzata o di una grave obesità. Un’opzione terapeutica alternativa è rappresentata dalla neurolisi con radiofrequenza dei nervi genicolati. 

Cenni storici

L’utilizzo delle RF a scopo antalgico è noto dal 1965 quando Rosomoff e Mullan introdussero la tecnica della cordotomia percutanea intramidollare per il trattamento del dolore spinale maligno unilaterale. Nel 1975 Shealy introdusse l’uso delle RF nella terapia del dolore spinale con applicazione della tecnica neuroablativa alla branca mediale della radice posteriore del nervo spinale nella sindrome delle faccette cervicali e lombari. Nel ventennio successivo, l’uso delle RF a scopo antalgico si è evoluto tecnicamente grazie all’introduzione di elettrodi più sottili e precisi, ma anche grazie all’introduzione di tecniche di neuromodulazione in affiancamento a quelle di neuroablazione. L’uso di correnti a RF per la terapia del dolore spinale si deve al dottor Menno Sluijter che nel 1980 introdusse nella pratica clinica cannule che consentivano un trattamento mirato in prossimità delle strutture nervose. Nel 1996 lo stesso Sluijter rendeva disponibile la radiofrequenza pulsata. 

Descrizione della procedura

È un trattamento di elettroterapia antalgica percutanea in grado di interrompere le vie nocicettive di trasmissione del dolore attraverso l’ablazione delle terminazioni nervose periferiche sensitive del ginocchio.

Il trattamento prevede la neuroablazione tramite somministrazione di una corrente a “radiofrequenza” ovvero onde elettromagnetiche con voltaggio controllato tramite un ago elettrodo a livello dei 3 nervi genicolati principali: il ramo supero mediale, il supero laterale e l’infero mediale. L’obiettivo è quello di creare una termolesione al nervo sensitivo: l’effetto è la definitiva assenza di conduzione del dolore da parte del nervo trattato. I targets possono essere identificati con la guida amplioscopica. La procedura preliminare consiste nell’effettuare un blocco diagnostico anestetico con ropivacaina 1%. La positività al blocco è determinante nella scelta del paziente, il blocco viene considerato positivo ove si verifichi una riduzione del dolore di almeno il 50%. 

La radiofrequenza raffreddata rappresenta una novità in quanto consente di incrementare il rilascio di energia e il tempo di esposizione, evitando il surriscaldamento eccessivo del tessuto e producendo un’area lesionale nettamente maggiore rispetto alle radiofrequenze standard. La corrente viene erogata da un generatore cioè un apparecchio di produzione di corrente a radiofrequenza che può essere connesso a molteplici sonde monopolari e bipolari per produrre lesioni alle vie nocicettive. L’elettrodo è raffreddato internamente da un circuito di acqua fredda sterile: in questo modo si può garantire una più ampia area di termolesione evitando lo sviluppo di temperature eccessive alla punta attiva. 

Indicazioni 

  • gonartrosi grado II-III-IV secondo la classificazione radiografica di Kellgren- Lawrence;
  • gonalgia non più controllabile con FANS e antidolorifici negli ultimi 6 mesi;
  • assenza di risposta a terapia infiltrativa/FKT strumentale;
  • paziente grande anziano over-80;
  • paziente affetto da gravi comorbidità con criteri anestesiologici ASA 4 e controindicazione alla protesizzazione;
  • protesi di ginocchio dolorose.

Controindicazioni 

  • paziente portatore di pacemaker o defibrillatori cardiaci o stimolatori midollari;
  • paziente affetto da gravi turbe comportamentali con assenza di collaborazione all’esecuzione della procedura ed al protocollo chinesiterapico successivo;
  • allergia ad anestetici locali.

Considerazioni del medico

I risultati ottenuti con l’utilizzo delle radiofrequenze a somministrazione percutanea ci incoraggiano a favorire la diffusione culturale di questa metodica semplice e scevra da rischi locali e generali.

In un periodo in cui la farmaco- economia sta diventando pressante e quotidianamente presente non si può non considerare anche il vantaggio:

  • in termini di farmaco-parsimonia, della riduzione di utilizzo di FANS e cortisonici e quindi dei loro non indifferenti effetti collaterali su pazienti già complessi dal punto di vista clinico;
  • in termini economico-sociale, di un trattamento che può migliorare la qualità di vita di una popolazione che rimane affetta da degenerazione artrosica pur avendo ancora elevate richieste funzionali quotidiane

Riferimenti

Menno E Sluijter. Le “radiofrequenze”. [a cura di] Antonio Delfino Editore. 2001. p. 53-76. Vol. 1.
Cooled radiofrequency system for the treatment of chronic pain from sacroilitys: the first case-series. Kapural L, et al.
2008, Pain practice, Vol. 8(5), p. 348-354.

Analgesia and Improved Performance in a Patient Treated by Cooled Radiofrequency for Pain and Dysfunction
Postbilateral Total Knee Replacement. Menzies RD, et al. 2015, Pain Pract, Vol. 15(6), p. E54-58.

Cooled radiofrequency system relieves chronic knee osteoarthritis pain: the first case- series. Bellini M, Barbieri M,.
Milano : s.n., 2015, Anaesthesiology Intensive Therapy, Vol. 47, p. 30-33.

Radiofrequency treatment relieves chronic knee osteoarthritis pain: double blind radomized controlled trial. Choi W-J, et al. 2011, Pain, Vol. 152, p. 481-487.

Intra-articularly applied pulsed radiofrequency can reduce chronic knee pain in patients with osteoarthritis. Karaman H, et al. 2011, Vol. 74 (8), p. 336-40.

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