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Notarnicola: “Ecco le best practice per le onde d’urto”

Le indicazioni delle onde d’urto? Molteplici. I risultati in termini di efficacia? Ottimi. La ricerca in questo campo? Continua e proficua. L’interesse nei confronti di questo approccio terapeutico è in aumento e si sta lavorando anche per superare alcune delle controindicazioni al trattamento che ancora persistono. Insomma, c’è molto fermento. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Angela Notarnicola, presidente delle Società Italiana di Terapia con Onde d’Urto (SITOD).

Cosa sono le onde d’urto? Qual è il loro meccanismo d’azione?

“Mi sono avvicinata quasi accidentalmente a questa metodica di terapia, quando nel 2005 il prof. Moretti (UOC di Ortopedia e Traumatologia del Policlinico di Bari) mi propose di collaborare su alcuni progetti di lavoro sperimentali. In quegli anni la comunità medica si avvicinava con un po’ di scetticismo a questa terapia, ma si respirava tanto entusiasmo da parte dei pazienti. Devo il grande merito al mio professore per aver creduto in questa terapia e avermi insegnato a fare ricerca. Nel corso degli anni, abbiamo approfondito gli effetti cellulari e tissutali della terapia, aumentando l’evidenza dell’efficacia nelle patologie muscolo-scheletriche. Ora, in qualità di presidente della Società Italiana di Terapia con Onde d’Urto, sento come allora la responsabilità di far conoscere questa terapia. Le onde d’urto sono una stimolazione fisica utilizzata come BIO-STIMOLAZIONE nel trattamento di alcune patologie di ambito muscolo-scheletrico, urologico e di chirurgia plastica. L’onda acustica, caratterizzata da una frequenza al di sotto dell’udibile, ha delle caratteristiche fisiche che ne garantistico la FOCALIZZAZIONE e l’induzione dell’EFFETTO CAVITAZIONE. Nel trattamento delle patologie queste due caratteristiche determinano un effetto di rivascolarizzazione, una azione anti-infiammatoria e uno stimolo proliferativo. In pratica, quando somministriamo una seduta di terapia di onde d’urto stiamo erogando un trattamento che rigenererà i tessuti danneggiati da un trauma o da sovraccarico”.

Per quale patologie sono indicate?

“Recentemente, sotto la mia presidenza, la Società Italiana di Terapia con Onde d’Urto (SITOD), ha chiarito le ‘Best practice nel trattamento con onde d’urto’. Sono considerati trattamenti standard le tendinopatie calcifiche di spalla, l’epicondilite, la trocanterite, la tendinopatia del rotuleo, la tendinopatia dell’Achilleo, la fascite plantare con e senza sperone, i ritardi di consolidamento, le fratture da stress, l’osteonecrosi nella prima fase, l’osteocondrite dissecante nella prima fase (dopo chiusura di cartilagine di accrescimento). Emergono però ambiti di applicazione comunemente applicati in clinica, in cui l’incremento dei trial di ricerca potrà aumentare la forza dei livelli di evidenza. In particolare, nel trattamento delle tendinopatie croniche, dell’epitrocleite, della sindrome retto-adduttoria, della tendinite della zampa d’oca, della tendinopatia dei peronieri, nella patologia muscolare e nei difetti di guarigione dei tessuti molli, nella sindrome mi-fasciale, nell’infortunio muscolare senza interruzione di continuità, nelle ferite difficili e nelle ustioni. Ma in qualità di ricercatori siamo affascinati dalle potenzialità terapeutiche di questa metodica e stiamo verificando nuove indicazioni, per ora eccezionali e sperimentali, ma che presentano risultati molto promettenti: morbo di Dupuyren, fibromatosi plantare, sindrome di Peyronie, osteocondrite dissecante nella prima fase (in periodo precedente alla chiusura delle cartilagini di accrescimento), morbo di Osgood Schlatter, spasticità, ischemia miocardica, lombalgia”.

Esistono delle controindicazioni all’impiego di questa metodica?

“Le controindicazioni all’applicazione di questa terapia sono in accordo con le altre stimolazioni fisiche e sono coerenti con il rispetto di condizioni di aumentata ‘suscettibilità’ sistemica e/o locale del paziente: impianti di PM cardiaco o altri dispositivi elettrici, condizione neoplastica, febbre, gravidanza, scompensi cardio-circolatori in atto, piastrinopenia, trattamento farmacologico con anti-coagulante, cartilagine di accrescimento nel campo focale, presenza di grossi vasi o nervi nel campo focale. Si sta lavorando per verificare se alcune di queste controindicazioni possano essere superate. Ad esempio, in collaborazione con i cardiologici stiamo testando la possibilità di trattare pazienti portatori di impianti PM di nuova generazione. Stiamo verificando la possibilità di modulare i protocolli energetici del trattamento in pazienti che assumono terapia con anti-coagulanti, per evitare che siamo sottoposti ad uno switch a terapia eparinica”.

Chi può sottoporsi alle onde d’urto?

“Il paziente che riceve un trattamento con onde d’urto presenta una buona compliance. In genere, il numero di sedute è molto contenuto (dalle 2 alle 4 sedute), con una frequenza settimanale, durata di circa 15-20 minuti, modesta dolenzia. Il miglioramento viene verificato a distanza di alcune settimane dal termine del protocollo di terapia. Consigliamo un controllo a 2-3 mesi, nel corso del quale diamo indicazioni al proseguimento del trattamento fisioterapico e l’eventuale ritorno all’attività sportiva”.

Chi può praticare questa procedura? Esistono dei corsi di specializzazione ad hoc?

“L’erogazione della terapia ‘manu medica’ garantisce maggiore tutela del paziente e ne ottimizza i risultati. Le diverse Scuole italiane di terapia con onde d’urto, da quella napoletana del prof. Corrado a quella barese del prof. Moretti, hanno sempre valorizzato l’importanza di un percorso di formazione dedicato per chi si avvicina a questa metodica. Attualmente l’Università di Torino ha attivato un Corso di perfezionamento per la terapia con onde d’urto. La SITOD ha programmato per fine settembre a Parma un corso teorico pratico certificato. La Società, inoltre, garantisce ai propri Soci, un percorso di tutoraggio da parte dei propri formatori”.

Cos’è la SITOD? Quali sono i suoi scopi e le sue attività?

“La SITOD, di cui sono presidente nel biennio in corso, è la Società Italiana di Terapia con Onde d’Urto. In quanto Società Scientifica valorizziamo gli ambiti di ricerca e di collaborazione con le altre Società Scientifiche. In questa maniera diverse figure professionali possono avvicinarsi a questa metodica e conoscerne le potenzialità di effetti di biostimolazione e adottarli nel proprio ambito disciplinare, sia come pratica clinica, sia come lavori di ricerca. Un momento importante di questo confronto sarà il Congresso Nazionale che si svolgerà a Parma il 28 e 29 settembre 2018 e che prevede l’intervento di importanti relatori nell’ambito della radiologia, ortopedia, fisiatria, medicina dello sport, chirurgia plastica e urologia. Nel corso del Congresso verrà premiato con una borsa di studio il lavoro di ricerca più interessante nell’ambito della sezione ‘specializzandi’”.

Come si inseriscono le onde d’urto nel campo della fisiatria interventistica?

“Le onde d’urto ben rappresentano il concetto di medicina traslazionale. La continua ricerca e le continue innovazioni inseriscono questo trattamento nel campo della fisiatria interventistica”.

Quali sono secondo lei gli scenari futuri della fisiatria interventistica?

“La fisiatria interventistica, unendo diverse competenze professionali e disciplinari, garantirà risultati clinici e di recupero funzionale sempre più soddisfacenti. Si parla ormai di medicina potenziativa. Studiare e monitorare ogni singolo soggetto nelle proprie peculiarità cliniche e funzionali al fine di garantire un percorso terapeutico standardizzato ma contestualmente anche personalizzato”.

Come giudica la nascita di un portale interamente dedicato a questa branca della medicina?

“Un portale dedicato a questa branca medica permette di fornire un ottimo network di scambio di proposte di lavoro tra gli addetti ai lavori  e di diffusione di conoscenze delle potenzialità di queste metodiche ai pazienti. Anche la SITOD ha incrementato l’utilizzo della propria pagina internet (http://www.sitod.it/) e della pagina facebook (https://www.facebook.com/sitodondedurto/) per mantenere sempre informati i soci e i pazienti sulle novità dei campi di ricerca e di applicazione clinica e per rispondere in tempo reale ai quesiti che ci vengono posti. I pazienti che possono confrontarsi con noi nella sezione ‘Il medico risponde’ o verificare le competenze degli medici che erogano la terapia nella sezione ‘Dove praticare la terapia’. Invitiamo chi ancora non ci seguisse a visitare queste pagine”.

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