Radicolopatia
Definizione ed Epidemiologia
La radicolopatia è un quadro clinico caratterizzato da dolore, infiammazione e, nei casi più gravi, alterazioni sensitivo-motorie che si irradiano lungo il decorso di una radice nervosa.
Che cosa sono le radici nervose?
Vengono definite radici nervose le zone dove, dal midollo spinale, emergono le fibre che vanno a formare un nervo.
Il midollo spinale, che decorre all’interno del canale vertebrale è suddiviso in metameri. Nello spazio compreso tra la vertebra superiore e quella inferiore le radici spinali fuoriescono dal midollo in corrispondenza di ciascun metamero. Vengono numerate in rapporto al livello da cui prendono origine. Dal forame intervertebrale emergono due radici entrambe miste: una anteriore e una posteriore. Quando parliamo di una patologia di tipo radicolare facciamo riferimento a un interessamento di tipo compressivo/irritativo del ramo anteriore. Le radici presenti a livello del tratto cervicale e del tratto lombosacrale sono le più interessate da processi infiammatori.


La radicolite è, quindi, un’irritazione della radice nervosa causata principalmente dalla compressione. Questa situazione genera un quadro clinico caratterizzato dal dolore radicolare ovvero da dolore che coinvolge tutte le zone innervate dal nervo interessato.
Cause
Le cause principali di radicolopatia sono di tipo compressivo e sono correlate a quadri di ernia discale e/o di spondilosi.
Le ernie discali interessano i pazienti mediamente giovani, con picco intorno ai 40 anni. Sono dovute e fenomeni degenerativi del disco intervertebrale che perde la sua resistenza intrinseca e si deforma andando ad occupare spazio all’interno del forame.
Le patologie discali si possono classificare in base alla morfologia in:
- protrusione discale;
- bulging discale (ernia contenuta);
- ernia espulsa;
- ernia migrata.

Secondo la classificazione topografica sono suddivise in:
- mediana;
- paramediana;
- laterale;
- intraforaminale;
- extraforaminale.
Le ernie discali lombari sono la causa più frequente di radicolopatia. I fattori predisponenti allo sviluppo di un’ernia discale sono genetici, ambientali (lavoro, attività fisica, vita sedentaria), struttura fisica e movimenti scorretti.
La spondilosi, invece, è tipica della popolazione anziana, e consiste nella presenza di osteofiti (alterazioni ossee tipiche dei quadri di artrosi) in corrispondenza delle articolazioni zigoapofisarie (articolazione presente fra le faccette articolari di due vertebre) che creano una riduzione degli spazi foraminali con compressione delle radici spinali.
Sintomi
Il dolore radicolare esordisce come una sensazione di dolore profondo o fitta, se il quadro persiste evolve diventando dolore neuropatico caratterizzato da bruciore, formicolio, scosse o sensazioni anomale (parestesie). Se la sintomatologia viene trascurata, diventa cronica, si può arrivare ad avere alterazioni perdita di sensibilità e perdita di forza.

La radicolopatia cervicale può dare una sintomatologia che interessa solo la parte più distale (mano/polso) o l’intero braccio; allo stresso modo può coinvolgere uno o entrambi gli arti superiori generando un quadro doloroso chiamato cervicobrachialgia.
La radicolopatia lombare o radicolopatia lombosacrale, analogamente a quanto succede per il tratto cervicale, darà dei sintomi a livello degli arti inferiori denominati lombo-cruralgia, lombo-sciatalgia o volgarmente sciatica.
Diagnosi
Una attenta valutazione clinica permette di comprendere se le caratteristiche del dolore siano tipiche di un quadro di radicolopatia. In tal caso il clinico deve ipotizzare il livello neurologico interessato. A supporto della diagnosi sono utili le immagini radiologiche eseguite in Risonanza Magnetica (RM), in genere preceduta dalle radiografie. Per confermare la diagnosi l’Elettromiografia (EMG) è l’esame che permette di oggettivare la lesione nervosa e di valutarne l’entità. È importante tenere in considerazione le caratteristiche del dolore e la sua evoluzione per poter escludere cause maggiori come tumori, fratture, infezioni, stenosi del canale midollare, etc.
Trattamento
Le linee guida (LG) per il trattamento delle radicolopatie sono caratterizzate da una notevole variabilità. Si deve distinguere tra la fase acuta, in cui l’approccio terapeutico è volto al controllo della sintomatologia algica, e la fase cronica in cui l’obiettivo è il controllo delle recidive.
In fase acuta il trattamento è di tipo farmacologico con farmaci antinfiammatori (FANS), corticosteroidi che associano all’effetto antinfiammatorio quello antiedemigeno e oppioidi. È da valutare caso per caso l’utilizzo di miorilassanti.
Nella fase subacuta si può integrare il trattamento con manipolazioni, terapia fisica (ad es. TENS), agopuntura, taping neuromuscolare per ridurre i tempi di convalescenza e per un miglior controllo algico. Per evitare recidive lo strumento migliore consiste nell’esercizio terapeutico e nel controllo posturale.
Per il dolore cronico di origine radicolare è raccomandato l’approccio mini-invasivo e interventistico che nelle iniezioni epidurali di corticosteroidi e nell’ossigeno-ozono terapia; inoltre per le forme recidivanti è indicata l’ablazione con radiofrequenza.
Si ricorre al trattamento chirurgico di laminectomia o microdiscectomia in una piccola percentuale di pazienti, in caso di insuccesso della terapia conservativa, deficit neurologici di tipo sensitivo motorio ad andamento progressivo, sindrome della cauda equina o improvvisa comparsa di paresi o plegia.
Considerazione del medico
L’approccio terapeutico di tipo farmacologico e conservativo, unito a tecniche mininvasive sempre più precise e mirate, permette di migliorare la sintomatologia dolorosa in fase acuta e subacuta, con una efficacia maggiore soprattutto a breve termine. Affinché il nostro intervento sia completo e duraturo nel tempo, evitando l’instaurarsi di recidive, esso deve includere il concetto di movimento attraverso la prescrizione di esercizi terapeutici mirati e di controllo posturale per evitare l’instaurarsi di un circolo vizioso che parte dall’immobilità e dalla sedentarietà della vita quotidiana cui spesso siamo costretti. È quindi fondamentale il ruolo della prevenzione attraverso alcune semplici norme di igiene posturale applicabili sul lavoro e nella quotidianità. Il riposo a letto è dannoso!
Riferimenti
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