Tennis leg

  1. Cos’è la Tennis Leg?
  2. Epidemiologia
  3. Manifestazioni cliniche
  4. Diagnosi
  5. Trattamento
  6. Considerazioni del medico

Cos’è la Tennis Leg?

La Tennis Leg è una patologia ad esordio improvviso che si manifesta con dolore acuto al terzo medio del comparto posteriore della gamba, ed è spesso associata ad una sensazione di schiocco.

Fu descritta per la prima volta da Powell nel 1883, e venne inizialmente definita come la lesione del tendine del muscolo plantare. Successivi studi hanno però evidenziato l’interessamento prevalente della giunzione miotendinea del muscolo gemello mediale, a cui può associarsi la lesione del tendine del muscolo plantare.

Il gemello mediale e il gemello laterale formano insieme il muscolo gastrocnemio, che è un muscolo bi-articolare e ha un ruolo di grande importanza nelle varie fasi del cammino.

Il meccanismo patogenetico vede uno stress muscolare quando il muscolo si trova già in massimo allungamento, il che si verifica a ginocchio esteso e flessione dorsale della caviglia.

Un fattore da tenere in seria considerazione, nei soggetti che vanno incontro a lesione del gemello mediale, è la possibile complicanza della trombosi venosa profonda.

Epidemiologia

Gli infortuni muscolari della gamba colpiscono tutte le fasce di età, con una concentrazione maggiore negli sportivi, come runners e tennisti non professionisti, dalla 4° alla 6° decade. Nel 20% dei casi, le lesioni muscolari, sono precedute da dolore.

Uno studio retrospettivo sui runners ha evidenziato una prevalenza della lesione del gastrocnemio negli uomini rispetto alle donne (70% M, 30% F).

Secondo uno studio di imaging con risonanza magnetica, riguardante gli infortuni delle strutture muscolo-tendinee del comparto posteriore della gamba, il gemello mediale è risultato il muscolo più frequentemente colpito nelle lesioni isolate; in alcuni casi è stato possibile osservare lesioni associate degli altri muscoli del comparto posteriore, come il soleo o il gemello laterale, e, più raramente, del tibiale posteriore.

Manifestazioni cliniche

Il sintomo iniziale della tennis leg è un dolore acuto localizzato nella regione posteriore della gamba che, a seconda dell’importanza della lesione, può essere accompagnato da: gonfiore, ematoma, rigidità della gamba e impotenza funzionale.

Nelle lesioni di primo grado, solitamente, il soggetto riesce a continuare la seduta di allenamento e il dolore si ripresenta più spiccato al termine della stessa; spesso si associa una sensazione di rigidità della gamba.

Nelle lesioni di secondo grado il soggetto avverte un dolore acuto e l’impossibilità di proseguire l’attività sportiva. La caviglia è atteggiata in flessione plantare. Il dolore si accentua nei movimenti di flessione dorsale passiva della caviglia e nella flessione plantare attiva. Compaiono la debolezza muscolare e il dolore al polpaccio controlaterale. Si manifestano progressivamente rigidità e, in alcuni casi, gonfiore. È possibile la comparsa di un ematoma.

Nelle lesioni di terzo grado, oltre all’impossibilità di proseguire l’attività sportiva, possono comparire abbondante edema ed ematoma, associati ad impossibilità da parte del soggetto di eseguire una contrazione muscolare volontaria.

Va posta diagnosi differenziale con le seguenti patologie:

  • sindrome compartimentale
  • lesioni del tendine d’Achille
  • lesioni muscolari del comparto posteriore
  • rottura della cisti di Baker
  • intrappolamento dell’arteria poplitea

Diagnosi

La diagnosi medica comincia con un’accurata anamnesi della storia del soggetto e delle modalità di infortunio.

Successivamente si esegue un esame clinico con ispezione della caviglia in ortostatismo e in posizione supina, valutazione dell’articolarità residua e della forza muscolare dell’intero arto inferiore. In aggiunta vanno eseguiti alcuni test clinici, tra i quali il test clinico di Thompson per la valutazione del tendine d’Achille.

Gli esami strumentali indicati, di particolare utilità nella diagnosi e caratterizzazione della lesione, sono l’ecografia e la risonanza magnetica, che hanno mostrato una affidabilità simile nell’identificazione della sede del danno tissutale, in particolare nelle lesioni isolate del gemello mediale.

L’imaging ci è utile anche per evidenziare eventuale versamento tra le fasce muscolari o all’interno dello stesso ventre muscolare.

Trattamento

Il trattamento, così come il ritorno all’attività sportiva, varia a seconda della gravità della patologia.

Se per una lesione di primo grado possiamo ipotizzare un rientro all’attività sportiva nell’arco di 2 settimane, per una lesione di secondo grado possono essere necessarie 3 settimane o più. Nelle lesioni di terzo grado è in genere necessario il trattamento chirurgico, con tempi di recupero che si allungano notevolmente, anche oltre i 6 mesi dall’intervento.

Le prime fasi del trattamento prevedono il riposo, la crioterapia, la compressione e l’elevazione dell’arto. Può essere necessario, a seconda della gravità della lesione, l’uso di bastoni canadesi per la deambulazione e una talloniera morbida in entrambi i talloni per facilitare il cammino e ridurre il dolore.

In caso di versamento esteso è consigliabile un drenaggio dello stesso con guida ecografica, seguito da un bendaggio compressivo.
Il trattamento riabilitativo va intrapreso in tempi relativamente brevi dall’infortunio, e prevede diverse fasi, intervallate da valutazioni cliniche, che vanno gestite dal team riabilitativo, al fine di garantire un miglior recupero funzionale e un ritorno all’attività sportiva in tempi brevi.

La riabilitazione si basa sullo stretching e sull’esercizio terapeutico con carico progressivo, eseguendo diversi tipi di allenamenento: isometrico, isotonico (concentrico ed eccentrico) e pliometrico.

In letteratura è descritto anche l’utilizzo di terapie fisiche quali: microcorrenti, tecar e onde d’urto focali.

Il ritorno all’attività sportiva prevede il superamento di alcuni test di forza e di resistenza da parte del soggetto; mentre il rischio di recidiva è considerato da basso a moderato.

Considerazioni del medico

Il momento diagnostico assume grande rilevanza nella scelta delle tempistiche del trattamento, e l’imaging assume notevole importanza all’interno di esso nella stadiazione della patologia, di conseguenza l’accuratezza della visita medica e degli esami strumentali è fondamentale per un sicuro ritorno alle attività di vita quotidiana e all’attività sportiva.


Rifermenti

  • Muscular Calf Injuries in Runners
    Karl B Fields 1, Michael D Rigby
  • Tennis leg: clinical US study of 141 patients and anatomic investigation of four cadavers with MR imaging and US
    Gonzalo J Delgado 1, Christine B Chung, Nitaya Lektrakul, Patricio Azocar, Michael J Botte, Daniel Coria, Enrique Bosch, Donald Resnick
  • Magnetic resonance imaging findings of injuries to the calf muscle complex
    George Koulouris & Amy Y. I. Ting & Ashu Jhamb & David Connell & Eoin C. Kavanagh
  • Pattern of Fascicular Involvement in Midportion Achilles Tendinopathy at Ultrasound
    Peter Counsel, MBBS(Hons), FRANZCR, DCH,*† Jules Comin, MBBS(Hons), FRANZCR,†
    Marcus Davenport,† and David Connell, MBBS(Hons), MMed, FRANZCR, FFSEM(UK)
  • Point-of-care Ultrasound Diagnosis of Tennis Leg.
    Monseau AJ, Balcik BJ, Denne N, Sharon MJ, Minardi JJ.
  • Posterior calf injury. Foot Ankle
    Campbell JT.

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