TRATTAMENTO MININVASIVO ECOGUIDATO PER LA CAPSULITE ADESIVA
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CENNI STORICI 

La “spalla congelata”, anche chiamata “adesiva” o “rigida”, è una condizione clinica comune e disabilitante, caratterizzata da dolore e progressiva diminuzione della capacità di muovere la spalla fino all’immobilità della stessa. La patologia fu descritta per la prima volta da Duplay nel 1872 come una condizione limitante l’abduzione e l’extrarotazione; successivamente Codman ampliò tale definizione includendo una lenta insorgenza e la negatività agli esami strumentali radiografici. Zuckerman et al. proposero una nuova classificazione suddividendo la capsulite in primaria, laddove non sia possibile identificare l’eziologia o la condizione scatenante, e secondaria che, a sua volta, può essere suddivisa in 3 sottocategorie:

1-Intrinseca: quando vi è in associazione una patologia riguardante la spalla come una lesione di uno o più tendini della cuffia dei rotatori, o una tendinopatia della cuffia dei rotatori o del capolungo del bicipite, una borsite cronica o una tendinopatia calcifica della cuffia dei rotatori.

2-Estrinseca: quando vi è un’associazione con un processo patologico all’infuori della spalla che potrebbe influenzare l’articolarità attiva e passiva della spalla, come esiti di chirurgia alla mammella, una radicolopatia cervicale, artrite/artrosi acromionclaveare, fratture della clavicola o dell’omero.

3-Sistemica: quando vi è un’associazione con patologie sistemiche come il diabete mellito, l’ipertiroidismo e l’ipotiroidismo, e altre condizioni sistemiche che risultano avere un’associazione con la capsulite adesiva.

Il processo patofisiologico della capsulite adesiva include lo stato di infiammazione seguito dall’ispessimento della capsula articolare con formazione di aderenze capsulari e del recesso ascellare.
La prevalenza della capsulite nella popolazione è di circa il 2% e questa è significativamente più alta in pazienti con distiroidismi, ipertrigliceridemia, diabete mellito e storia di traumi, processi patologici o chirurgici a carico delle spalle.
La terapia della capsulite adesiva è controversa e varia da trattamenti conservativi a trattamenti chirurgici. Secondo la ricerca bibliografica da noi effettuata, i trattamenti conservativi possono avere varie opzioni includendo la fisiokinesiterapia, la somministrazione di cortisonici per bocca, l’infiltrazione di corticosteroidi in articolazione eco e non ecoguidata, il blocco del nervo sovrascapolare, l’idrodistensione della capsula articolare, l’introduzione di acido ialuronico e le manovre osteopatiche di sblocco articolare.
Ogni singolo trattamento sopra citato ha degli effetti sulla capsulite adesiva, ma i tempi di completa guarigione sono svariati e nella stragrande maggioranza dei casi molto lunghi, portando non solo disagio e sconforto per il paziente che si vede impossibilitato a svolgere anche le più semplici attività, ma gravando in maniera consistente sul sistema economico del Paese, sia per l’assenza dal lavoro, che per le cure mediche e riabilitative che possono protrarsi anche per 12/24 mesi.

DESCRIZIONE DELLA PROCEDURA

Il trattamento mininvasivo ecoguidato mira a ripristinare la fisiologica articolarità della spalla. Il protocollo mininvasivo ecoguidato, eseguito dal medico specialista, consta nel blocco del nervo ascellare, del nervo sovrascapolare, e nell’idrodistensione della capsula articolare utilizzando anestetici, soluzione fisiologica e corticosteroidi. Dopo tale trattamento, il paziente inizia il percorso riabilitativo, assistito da un fisioterapista dedicato, per il recupero della mobilità articolare.

INDICAZIONI

Spalla rigida, capsulite adesiva.

CONTROINDICAZIONI

Sono controindicazioni assolute:

– ipersensibilità/allergia al farmaco da iniettare;

– erisipela, infezioni e lesioni cutanee a livello del sito di iniezione;

– fratture articolari, traumi recenti o presenza di sangue in articolazione (emartro); 

– infezioni sistemiche, immunodeficienze e terapia immunosoppressiva;

– gravidanza e allattamento.

Sono controindicazioni relative:

– Coagulopatie o terapia anticoagulante;

– protesi articolari;

– infezioni sistemiche;

– diabete scompensato;

– glaucoma.

RIFERIMENTI 

A. S. Neviaser, “Adhesive Capsulitis A Review of Current Treatment“, The American Journal of Sports Medicine, Vol. 38, 2346-2356, 2010.

R. Mitra, “Adhesive Capsulitis: A New Management Protocol to Improve Passive Range of Motion”, AJPM&R, Vol. 1, 1064-1068, 2009.

B. Fouquet, “Adhesive capsulitis: evaluation of a treatment coupling capsular distension and intensive rehabilitation”, Annales de réadaptation et de médecine physique, vol. 49, 68–74, 2006.

J. Lewis,”Frozen shoulder contracture syndrome-aetiology, diagnosis and managment”, Manual therapy, Vol. 20, 2-9, 2015.

M.J. Page, “Manual therapy and exercise for adhesive capsulitis”, The Cochrane Database Syst Rev, Vol. 8, 2014.

T.K. Jain, “The effectiveness of physiotherapeutic interventions in treatment of frozen shoulder/adhesive capsulitis: a systematic review”, J Back Musculoskelet Rehabil, Vol. 27-3, 247-273, 2014.

CONSIDERAZIONI PERSONALI 

Il trattamento di qualsiasi patologia, sistemica o muscoloscheletrica, non può prescindere da una corretta diagnosi, pertanto risulta essere di fondamentale importanza la valutazione clinica e successivamente ecografica da parte del medico fisiatra, che è la figura professionale ad hoc per poter diagnosticare e successivamente programmare e gestire il trattamento riabilitativo conservativo di tale affezione, lavorando in stretta collaborazione e in sinergia con il fisioterapista.  L’utilizzo di questo nuovo approccio mininvasivo ecoguidato risulta essere più efficace nella gestione del dolore, migliorando la compliance del paziente durante i trattamenti riabilitativi e riducendo il tempo necessario per il recupero funzionale.